domenica 12 febbraio 2012

Blu notte


Ho molta paura adesso, di rimanere da sola e cadere nell’abisso. La mia vita mi sfugge dalle mani e devo combattere da una parte per recuperare la famiglia che ho perso, e dall’altra me stessa. Dunque se non mi riconosco piu nel viso di mia sorella, nella carezza di mia mamma o nelle parole di papà e se non esisto se non come burattino ‘grasso’ e ‘perdente’ dove finirò? 
Sento un male che mi divora dall’interno, cresce giorno dopo giorno e mi dice: ‘non ne vale la pena, non ne uscirai’. Ma allora dove sono finiti i buoni delle favole? Dove il cavaliere che mi difende a spada tratta? Ho paura dei cattivi. Sono tanti e sono falsi, e non riesco più a riconoscerli: sono dentro di me? 
Ora più che mai ho bisogno della luce, di ritrovare il calore e la serenità di un tempo, quando il buio vi era soltanto se spegnevamo la luce; eppure non era nemmeno cosi, tutti combattevamo le lotte quotidiane e il ritrovo non era un leccarsi le ferite, ma un raccontarle insieme. Mamma, papà, Francesca...mi sentite?? Dove siete?
Ricordo che quando ero piccina, la sera sotto le coperte vi auguravo ‘Good Night’ e lo urlavo, lo urlavo finchè non rispondevate, era rassicurante sentire le vostre flebili voci. Ogni tanto nel cuore della notte mi svegliavo, terrorizzata da non so cosa, e strillavo la parola ‘mamma’ Lo ricordo bene. Adesso sono sveglia, seduta in un letto che non saprei davvero riconoscere: mamma, so che mi ascolti e che non puoi più aiutarmi.


sabato 23 luglio 2011

Ragazzi, qui si parla di nostalgia (e tristezza)

Ho pensato alle montagne stasera, quelle di Les Deux Alpes. Ci ho pensato forse perché stavo facendo un bagno e la vasca era decisamente più profonda e più stretta di quella del piccolo ma accogliente hotel in cui soggiornavamo. Mi sono ritrovata a pensare a tutti i bagni che facevo dopo l'attività del pomeriggio, a tutti i ragazzi che ho conosciuto, a quelli più piccoli, ai più arroganti e a quelli che hanno decisamente lasciato un segno. Dunque mi sono ritornate in mente le montagne, sì perché ogni mattina svegliandomi scostavo le pesanti e bruttissime tende e il buongiorno me lo auguravano loro, con quelle punte bianche e i morbidi prati verdi e sconfinati. Ragazzi, non ci pensate a quanto sono belle finchè non ritornate in città e scostando due tendine piuttosto leggere (nulla a confronto con quelle di lì)  vedete soltanto file di altre tendine insignificanti. E' inevitabile che ci si pensi ogni tanto, anche se inevitabilmente il pensiero è accompagnato da una amara nostalgia, è inevitabile essere nostalgici pensando alle montagne che ti confortavano e ti facevano compagnia. 

lunedì 9 maggio 2011

....impaurita ora più che mai....


C'era la paura, un po' di tempo fa, la paura per la vecchietta incappucciata con un brutto naso e una voce aspra che offriva alla giovane fanciulla una mela; c'era la paura di perdere la bambola preferita dimenticata nella macchina; c'era la paura di non superare il compito di matematica e la paura del voto della maestra. C'era la paura che nessuno giocasse con te e c'era la paura di fallire 'all'elastico'; c'era la paura di giocare a calcio con la gonna e la paura di andare a nuotare. La paura che ti prendessero a calci lo zaino, la paura del cibo, di non avere amici, c'era la paura che ti spruzzassero di schiuma a carnevale e ti riempissero di uova al termine della scuola. C'era la paura di esibirsi davanti a un pubblico e la paura che mamma avrebbe lasciato papà e che lui sarebbe andato a vivere dai nonni; c'era la paura di fare le espressioni, le equazioni e le disequazioni, c'era la paura dei debiti e poi della media troppo bassa; c'era la paura di avere il culone, di non avere amici, di essere sola; e c'era la paura di vedere il nonno in quel letto d'ospedale. C'era la paura delle lacrime e poi dei troppi sorrisi e c'era la paura che la gatta sarebbe caduta dal balcone, la paura delle vacanze, c'era la paura di una milano deserta, c'era la paura di addormentarsi, la paura del fumo, la paura della gente. Stop. E c'erano i sorrisi una volta, sui vostri volti. Piccoli raggi di sole.

martedì 22 febbraio 2011

Notturno


Abbracci una canzone, la fai tua, fai sì che ti accompagni in questo momento, difficile.
E’ un po’ come una storia d’amore, lei non ti abbandona : l’hai scelta tu, l’hai scelta ora perchè vuoi compagnia, vuoi una melodia che ti comprenda e che non ti abbandoni. Come puoi farcela adesso che tutti l’hanno fatto, adesso che ti senti cosi maledettamente sola e non hai voglia di sentire nulla, nemmeno i tuoi pensieri? Come potrai farcela sapendo che sei troppo fragile (o forse semplicemente credendo di esserlo?)
ti sei scelta un brano, di Chopin, perchè quel compositore che ormai è morto da troppo ti è vicino più che mai in questo momento: le note sembrano abbracciarti dolcemente e non c’è altro che desideri in questo momento se non abbandonarti alla dolce malinconia del notturno. Notturno velato, notturno vellutato, notturno dolce, notturno amaro, notturno scuro, notturno illuminato, notturno in città, notturno sulle spiagge abbandonate della tua cittadina marittima preferita, notturno di lacrime, notturno di sorrisi, notturno di ‘vorrei farcela’, notturno di ‘non ce la farò’, notturno di conquiste, notturno di risate, notturno di stanchezza, notturno un po’ amico, notturno un po’ mamma, notturno un po’ geloso, notturno un po’ cattivo...
Guardi fuori dalla finestra per carpire la luna, e ti ritrovi davanti alla tapparella. Se basta semplicemente alzarla, allora perchè non lo faccio? Perchè non premo un bottone e mi godo la luna, e qualche stella su un bellissimo sfondo blu scuro? Perchè preferisco crogiolarmi in questo senso apparente di tranquillità, che tranquillo non è affatto: perchè preferisco essere sopraffatta dalla tapparella, piuttosto che alzarla?
La musica è forte nelle mie orecchie, mi sprona ad abbandonare tutto, a dedicarmi solo a lei: mi promette che mi amerà per sempre, le sue note sono così sublimi che non riesco a non crederle e in un secondo mi abbandono a lei, giovane amante inesperta nei meandri di un amore enorme, indescrivibile. Lei sa come comportarsi, sa cosa dirmi, sa cosa promettermi, lei mi accudisce e in un istante mi sento al sicuro, mi sento io, mi sento felice: non mi abbandonerà, non ora.
L’iPod si spegne ed è silenzio.

venerdì 7 gennaio 2011

Vale la pena

Vale la pena uscire la mattina al freddo per andare a scuola
Vale la pena portare fuori il tuo cane quando non ne hai voglia
Vale la pena andare in piscina se nevica
Vale la pena scusarti con la tua migliore amica se hai sbagliato
Vale la pena baciare il tuo ragazzo
Vale la pena imparare tutti i giorni qualcosa
Vale la pena sorridere ogni tanto
Vale la pena parlare se pensi di avere qualcosa d'interessante da dire
Vale la pena spendere se hai tanti soldi
Vale la pena cantare sotto la doccia
Vale la pena cucinare un giorno intero e poi bruciare tutto
Vale la pena scrivere cazzate su un blog se è ciò che ti piace fare
Vale la pena difendere le proprie idee
Vale la pena trovare qualcosa da fare

venerdì 24 dicembre 2010

24

E’ la vigilia di Natale e piove di una pioggerellina sottile e fastidiosa, hai presente? Quella che ti inzuppa nonostante non sembri proprio farlo. E’ la vigilia e sono tutti cosi felice, cosi, cosi maledettamente allegri e non capisco perchè ci sia tutto sto entusiasmo o forse lo capisco perchè sono così burbera; forse semplicemente perchè anche io vorrei un tavolo grande circondato da amici e parenti, pieno di cibo e candeline e magari qualche canzoncina di Natale e tutti allegri e felici...eppure così non è, anzi, siamo in 4 ed è già tanto se ci ricordiamo di cenare. Tutto quello che era si è sgretolato nel tempo, in pochi anni tutto è cambiato, molte persone sono scomparse e altre sono arrivate e accoccolata in poltrona circondata da un’atmosfera strana non posso far altro che pensare a te.

mercoledì 22 dicembre 2010

Mattina grigia.

Balzi giù dal letto, velocissima cazzo, e in un secondo ti abbuffi e poi ti accorgi che non c'era bisogno di tutta quella fretta, infatti ora sei abbandonata sul divano davanti ad uno schermo freddo e non sai cosa pensare. 
Pensi che fa un po' freddo, e ben presto ti si congelerà il piedino che tieni fuori dalla pantofola; pensi che in fondo, in fondo, il cucciolo che russa è una delle cose più dolci che tu abbia mai sentito, pensi che Clarice voleva le coccole e ora è scappata via......pensi che certe volte la vita ti mette davvero a dura prova e bisogna raccogliere quanto più coraggio si possiede, bisogna accumulare un'infinita quantità di forza di volontà, bisognerebbe proprio riuscirci perchè secondo me una volta che sei riuscita a dare il massimo e hai sopportato dolori, derisioni, prese in giro, graffi, pugni calci e quant'altro poi ne vale la pena: vale la pena leccarsi le ferite e dire 'ce l'ho fatta'. Pensi che hai male alla testa e pure il naso tappato e probabilmente le crostine sugli occhi, i capelli arruffati e vorresti solo abbracciarlo. Perchè, è inutile negarlo e non dovresti farlo (e lo sai), in questo momento provi soltanto euforia al pensiero, e sei come drogata, non di ganja però, di una persona. 
Troppi pensieri, dite, per appena 5 minuti che sono sveglia?